ATTIVITA’ PROTEZIONE CIVILE

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EVENTI CALAMITOSI. ATTIVITA’ DI PROTEZIONE CIVILE : PREVISIONE E PREVENZIONE, MAPPA DEI RISCHI, COMPITI DEL SINDACO. INFORMAZIONI ALLA POPOLAZIONE.
ATTIVITA’ GIORNALISTICA POST EVENTO.

Con questo commento, voglio in primis mettere in evidenza il comportamento di chi dirige e/o è addetto alla carta stampata o svolge servizio per le numerose emittenti televisive, i quali dopo un evento calamitoso, come quello del recente terremoto, che ha devastato il centro Italia, chiedono in contiinuazione ai poveri sinistrati come si sentono o come hanno passato la notte, quasi a voler esaltare, anche se inconsciamente, in forma poetica, le disgraze e gli affanni, di quella povera gente, alla stregua di qualsiasi evento sportivo o musicale, per ottenere, forse, maggiori gratificazioni da parte dell’audience. Uno spreco enorme di energie da parte di centinaia di giornalisti ed emittenti televisive che si alternano sul luogo del sinistro cercando di sapere cose che già si conoscono da decenni, come ad esempio gli effetti del terremoto sulle case costruite centinaia di anni fa oppure sugli edifici realizzati senza le prescrizioni di legge. Poche sono quelle persone che si soffermano sull’inesistenza delle attività di previsione e di prevenzione, di cui alla legge 225/92 e successive modifiche, la cui responsabilità è in capo al Sindaco di ogni comune d’Italia al fine di tutelare la sicurezza dei cittadini dai rischi presenti o che si possono manifestare sul proprio territorio.
La legge 225/92 definisce le attività di protezione civile: oltre al soccorso e alle attività volte al superamento dell’emergenza, anche la previsione e la prevenzione. Il sistema non si limita quindi al soccorso e all’assistenza alla popolazione, ma si occupa anche di definire le cause delle calamità naturali, individuare i rischi presenti sul territorio e di mettere in campo tutte le azioni necessarie a evitare o ridurre al minimo la possibilità che le calamità naturali provochino danni.
Legge n. 225/92 ar. 3 e ss.mm.ii.:
comma 2. La previsione consiste nelle attività, svolte anche con il concorso di soggetti scientifici e tecnici competenti in materia, dirette all’identificazione degli scenari di rischio probabili e, ove possibile, al preannuncio, al monitoraggio, alla sorveglianza e alla vigilanza in tempo reale degli eventi e dei conseguenti livelli di rischio attesi.
comma 3. La prevenzione consiste nelle attività volte a evitare o a ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi di cui all’articolo 2, anche sulla base delle conoscenze acquisite per effetto delle attività di previsione. La prevenzione dei diversi tipi di rischio si esplica in attività non strutturali concernenti l’allertamento, la pianificazione dell’emergenza, la formazione, la diffusione della conoscenza della protezione civile nonché l’informazione alla popolazione e l’applicazione della normativa tecnica, ove necessarie, e l’attività di esercitazione.

Quindi a concludere non bisogna aspettare un terremoto e la lista dei morti per far balzare in primo piano l’esistenza di case vecchie e fatiscenti, o edifici sprovvisti dei requisiti di legge. I giornalisti, come i politici e i dirigenti degli U.T.C. di tutt’Italia, lo sanno molto bene. A chi spetta, dunque, dare l’imput per dare inizio alle attività di prevenzione dei rischi presenti sul territorio comunale? A chi spetta verificare l’osservanza delle leggi, nel caso di riferimento, al rischio sismico? A chi spetta informare la popolazione che vive su un territorio soggetto ad un particolare rischio? Ai giornalisti chiedo cosa hanno scelto fare il necrologio delle vittime ad ogni stesso evento calamitoso, che si ripete negli anni. o fare il salto quantico di spina dolorosa nel fianco degli organi istituzionali e politici?.
(giuseppe saviano)