TECNOLOGIE ITALIANE

 

I MOTORI DELLA FERRARI

ECCO LE INVENZIONI ITALIANE

CHE HANNO

CAMBIATO LA STORIA DEL MONDO

Cosi’ ci descriveva BARZINI Luigi nel suo Libro Gli Italiani

Al viaggiatore più distratto non sfugge l’onnipresenza dell’Italia in gran parte del mondo: in tutta  Europa egli  non  può sottrarsi  alla vista di chiese,  palazzi, e monumenti modellati su disegni nostri. Architetti Italiani hanno disegnato e costruito edifici e mura del Cremlino ed il Palazzo d’Inverno a Leningrado, artisti italiani hanno abbellito il Campidoglio di Washington…e che dire del grande ed italianissimo

RENZO PIANO

Sarebbe superfluo parlare dei contributi italiani minori alla vita d’ogni giorno se non fosse che, essendo cosi’ numerosi, passano inosservati e facilmente si dimenticano. Si pensi alle indicazioni musicali, per esempio, comprensibili nei cinque continenti; oppure alla lingua marinara: Greci, Turchi, levantini d’ogni specie ancora chiamano ogni cosa, a bordo di un bastimento, con il suo nome italiano e danno gli ordini con gli imperativi di verbi nostri. Non esisterebbero pistole se non fosse per la città di Pistoia; non esisterebbe il savon in Francia se non fosse per la città di Savona; ne’ vi sarebbero faiences senza la città di Faenza, gli articoli di modisteria, detti in inglese millenery, o “Milanerie”, senza Milano, i blue Jeans senza Genova (Genes letto all’inglese, dove si vendeva quel tessuto blù di cotone), nè il fiocco Genova sulle barche a vela. Cosi’ il mondo non conoscerebbe il celebre Neapolitan ice-cream, o gelato napoletano, le Roman candles, che noi chiamiamo bengala, il Bologna sausage o mortadella, quelle ante traforate di legno che gli anglosassani chiamano veneziane, Venetian blinds, e noi persiane, il formaggio parmiggiano, le galline livornesi, la terra di Siena, e molte altre cose. Gli Italiani hanno scoperto l’America per gli Americani; hanno insegnato agli Inglesi l’arte poetica, gli accorgimenti per governare, la teoria dell’equilibrio delle forze, le astuzie bancarie e commerciali; ai Tedeschi i primi elementi dell’arte militare e l’impiego delle artiglierie; ai Russi la recitazione e la danza classica; l’arte culinaria ai Francesi, la musica a quasi tutti. Infine, se un giorno questo nostro mondo dovesse dissolversi in una nuvoletta di polvere radioattiva spersa nella Via Lattea, ciò evverrebbe grazie agli ordigni nucleari creati con l’apporto decisivo dell’intelligenza italiana, le cui intenzioni pero’ del Grande

Enrico Fermi 

non erano certamente quelle.

«La professione del ricercatore deve tornare alla sua tradizione di ricerca per l’amore di scoprire nuove verità, dato che in tutte le direzioni siamo circondati dall’ignoto e la vocazione dell’uomo di scienza è di spostare in avanti le frontiere della nostra conoscenza in tutte le direzioni, non solo in quelle che promettono più immediati compensi o applausi.»

(Discorso tenuto da Enrico Fermi nel 1947)


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