CAPPELLA SISTINA

La Cappella Sistina è situata all’interno dei musei Vaticani e prende il nome da Sisto IV della Rovere, fu costruita tra il 1477 e il 1480. l’edificio Sistino fu costruito da Giovannino de Dolci, secondo progetto di vasari. L’edificio comprende un sotterraneo, un ammezzato e la cappella sopra alla quale si estende uno spazio soffittone con all’esterno il ballatoio per gli uomini di guardia. Fu costruita come cappella privata, all’interno della quale si svolgevano le cerimonie più importanti che si tevevano durante l’Anno Santo e si riuniva il Conclave, quando doveva eleggere un nuovo pontefice. La Sistina ha un impianto semplicissimo. L’aula rettangolare non absidata misura 40.23m in lunghezza e 13.41m in larghezza , ed è alta 20.70m. La copertura è costituita da una volta a botte ribassata con voltine laterali di scarico in corrispondenza delle dodici finestre che danno luce all’ambiente. La splendida pavimentazione a mosaico, rimasta ancor oggi intatta, risale al 1400 e fu realizzata su modelli medioevali. Ultimata nel 1481 la struttura architettonica, il papa Sisto IV chiamò a lavorare nella Cappella famosi pittori fiorentini, come Botticelli, Ghirlandaio, Cosimo Rosselli e Signorelli, nonché umbri, quali Perugino e Pinturicchio. La decorazione delle pareti rappresentano le storie di Mose e di Cristo con i ritratti dei papi. A coordinare il lavoro degli artisti fu probabilmente il Perugino che era giunto per primo a Roma per la realizzazione della Cappella. La pittura rappresentava la storia dell’umanità prima della venuta di Cristo. Le singole figurazioni sono inquadrate da una monumentale struttura architettonica dipinta che si sovrappone alla volta reale senza intenzioni illusionistiche. Nel resto del dipinto sono raffigurate storie della genesi, dalla creazione alla caduta dell’uomo, al Diluvio Universale, alla successiva rinascita dell’umanità con la famiglia di Noè.  Michelangelo inizio a dipingere da solo nell’estate del 1536, portando a termine il lavoro nell’autunno del 1541. Il 31 ottobre di quell’anno Paolo III celebrò i vespri solenni davanti a quella straordinaria pittura. Il papa Clemente VII de’ Medici (1523-1534) chiamò Michelangelo nel 1534 per completare la decorazione della cappella con gli affreschi del Giudizio Universale. Dopo la morte di Clemente VII il suo predecessore, Paolo III Farnese (1534-1549) decise di ridare l’incarico a Michelangelo che iniziò, nel 1536, la realizzare del Giudizio Universale. Il Giudizio Universale venne progettato per la parete dietro all’altare, già precedentemente affrescata con l’Assunzione della Vergine Maria del Perugino, opera poi distrutta dallo stesso Michelangelo. L’inagurazione ufficiale ci fu nel Natale del 1541. Il punto centrale dell’immensa composizione è il gesto di Cristo nell’atto di giudicare. Alla destra ci sono gli eletti che stanno andando verso il paradiso, mentre alla sua sinistra ci sono i dannati avvolti in una spirale, sotto a loro si trova la barca guidata da Caronte che lì sta aspettando per trasportarli all’inferno. All’angolo di destra c’è una divinità infernale, Minosse, al quale l’artista, secondo Vasari, gli diede le sembianze di Biagio da Cesena, il maestro delle cerimonie del papa che continuamente criticava Michelangelo. Nella parte più bassa alla sinistra si posssono osserare le immagini di personaggi che rapresentano la resurrezione dalla Morte. Al centro dell’affresco ci sono un gruppo di angeli intenti a soffiare il loro trionfo. Vicino alla figura di Cristo ci sono: la Madonna, che ha il volto rivolto verso il basso ed è ritratto nella parte opposta a quello del Cristo perché non desidera vedere il figlio nell’atto di giudicare; i personaggi intorno alla figura di Gesù sono i Santi che tengono in mano i loro strumenti del martirio; San Andrea, vicino alla Vergine tiene in mano la Croce, sotto di loro c’è la figura di San Lorenzo con la graticola, San Bartolomeo che tiene nella sua mano la pelle che gli fu tolta dal corpo (dove è raffigurato il volto di Michelangelo). alla sua destra San Giovanni Battista, San Pietro con le chiavi, San Sebastiano con l’arco e le frecce e San Caterina d’Alessandria con la ruota dentata. Alla sinistra del Cristo c’è il gruppo delle donne Sante. Il papa Leone X de’Medici (1513-1521) decise di creare alcuni arazzi per la Cappella Sistina. Per la realizzazione dei cartoni questo pontefice, chiamò Raffaello che eseguì, tra il 1516 e il 1516 i cartoni per dieci grandi arazzi. Gli arazzi con le Storie di San Pietro e San Paolo, detti impropriamente gli Atti degli Apostoli, vennero tessuti dall’arazziere di Bruxelles Pietre van Aelst. La serie completa venne finita nel 1524 e fu posizionata quello stesso anno e disposta sotto gli affreschi del quindicesimo secolo. All’uscita dalla Sistina si attraversano le sale di esposizione della Biblioteca Apostolica, con il Museo Sacro, il Museo Profano ed il Salone Sistino, antica sala di lettura costruita da Domenico Fontana per Sisto V. Si raggiunge quindi la Pinacoteca, opera del Beltrami voluta da Pio XI nel 1932. Nella successione delle sedici sale è rappresentata la pittura nelle sue varie fasi dal sec. XI al XIX: ai bizantini e primitivi, a Giotto ed ai giotteschi, al Beato Angelico, Filippo Lippi, Gentile da Fabriano seguono i grandi rappresentanti del Quattrocento, mentre ai capolavori di Raffaello, L’incoronazione della Vergine, la Madonna di Foligno e la Trasfigurazione, fanno cornice gli arazzi eseguiti sui cartoni da lui disegnati, il S. Giroiamo di Leonardo, dipinti di Giovanni Bellini, Tiziano, Veronese sono esposti in successione, seguiti dai Carracci, Guido Reni, Caravaggio, Poussin. Chiudono la raccolta le sale dedicate al Seicento e Settecento, ai ritratti e ad alcune opere del secolo scorso.

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