LETTA SU F.B.

Ci ho messo una giornata per decidere se scrivere o meno questo post e alla fine mi sono decisa a farlo. E’ un post, dove porterò ad ognuno di voi, un messaggio di speranza.
Ho fatto un sogno: mi trovo in una stanza pubblica, piuttosto buia, in compagnia di mia madre, mia sorella ed un’altra signora a me sconosciuta. Sorseggiamo un caffè. Nel mezzo di questo caffè, sento provenire dai piedi del freddo. Domando ai presenti, se lo sentono anche loro. Annuiscono. La signora aggiunge che molto probabilmente, si sta manifestando un’anima. Guardo in basso, verso i miei piedi e sulla destra compare un uomo accovacciato, indossa un maglione grigio vecchio, sembra malandato. E’ morto. All’improvviso, da quell’angolo, si alza. E’ un ragazzo stupendo: è biondo, alto ed emana luce in quella stanza fatta di ombre. Si rivolge a me, dice di chiamarsi Maurizio e di essere morto per overdose negli anni 80 in una città chiamata Cologno Monzese. Gli mostro il mio dispiacere in merito e chiedo a lui di poter aiutarmi a parlare con mio padre. Mi risponde che è presto, perchè è morto da soli 8 anni. Allora insisto, chiedo di poter parlare con mia nonna, deceduta anche lei. Mi guarda e mi dice: “Dammi i nomi e date di morte di entrambi, vedo cosa posso fare.” Eseguo il suo ordine e sulla mia destra, si innalza una lastra di vetro trasparente. Dietro a questo vetro, c’è del fumo. Questo fumo, inizia a prendere le sembianze fisiche di mio padre. Sono incredula. Dietro a questo vetro che ci divide, compare un dondolo da giardino. Il sole. La luce e il verde delle piante. Seduto sul dondolo, c’è mio padre, in compagnia del suo migliore amico, deceduto anche lui anni prima. Mio padre è li, stanno chiacchierando, è felice, ma sembra pensieroso e non mi può vedere. Ad un certo punto, si accorge della mia presenza. Entrambi piena di gioia, corriamo lungo il vetro che ci divide cercando un punto d’incontro, che troviamo da lì a breve. Ci abbracciamo forte. Sorride e mi dice di stare tranquilla. E’ mio papà, è lui: il suo profumo, la sua robustezza fisica e protezione, sento tutto. E’ reale. Troppo reale. Urlo dalla gioia e mentre lo abbraccio, guardo il cielo. E’ un abbraccio lungo, caldo, interminabile.
Mi sento tirare il pigiama. E’ mio figlio, che mi chiama per svegliarmi. Deve avermi sentito urlare anche in realtà.
Appena sveglia, fra le lacrime, chiedo subito a mia madre: “Mamma, tu per caso nella tua vita, dato che hai vissuto a Cologno, hai mai conosciuto un certo Maurizio?” Mi risponde di si. Mi chiede perchè, ed io incalzo con le domande: “Era biondo?” “Si, Silvia”, “….Mamma, è morto di overdose?” “Si Silvia. Era un mio amico, ed erano intorno agli anni 80 quando lo trovarono accovacciato per strada, morto di overdose.”
…spiegagli tutto.
Io naturalmente, da 34 anni, ero all’oscuro di questa persona, ne ignoravo l’esistenza.
Stanotte, credo di essere stata scelta, per vedere cosa c’è di la, quello che noi non possiamo vedere.
Mi hanno portato da mio papà, ho visto cosa c’è di là e nonostante siano le 18:00, sono ancora incredula che tutto questo possa essere accaduto.
Dopo questa mia esperienza, posso dire a tutti voi di credere FERMAMENTE che c’è vita oltre la vita.
Vorrei portare tutti voi a crederci in questo, a credere che nulla cessa di vivere, nessuno sparisce dalla nostra vita, ma che tutto continua, di là. Dall’altra parte del vetro.
Il posto in cui mi trovavo, nell’ombra, era la vita di tutti i giorni. Attraverso il vetro, con il sole, il verde e la gioia nell’aria, c’era ciò che a noi, non è dato vedere. Ma che ora, io, so che esiste.
Non smettete mai di credere.