COMICI E COMICHE

Quando i film erano muti la proiezione si chiudeva con le comiche finali; era una formula di programmazione cinematografica geniale che ci ha fatto scoprire i maggiori attori della storia del cinema ed ha inventato, senza saperlo in modo coerente, addirittura un genere filmico tornato ai nostri giorni di gran moda: il corto. Le storie raccontate sullo schermo che accompagnavano l’uscita degli spettatori erano spesso assurde, surreali, incredibili; lo scopo era quello di lasciare il gusto dolce in bocca agli spettatori e l’impressione di avere speso bene i soldi del biglietto: due sensazioni che combinandosi insieme avrebbero riportato ben presto gli spettatori nello stesso cinematografo.

Di sicuro nessuno di qui nostri antenati prendeva sul serio le storie strampalate raccontate sullo schermo con l’accompagnamento di marcette forsennate suonate al pianoforte piazzato sotto lo schermo al centro. Qualche anno più tardi sarebbero stati i cinegiornali a prendere il posto delle comiche finali; stesse storie assurde, nessun attore geniale, nessuna allegra marcetta e retorica, retorica, retorica a valanghe, che seppellivano il buongusto, il buonsenso: la realtà tanto era impossibile da sapere. L’unica spia per decriptare come tale questa mistificazione assurda suonata dai tromboni era nella programmazione: le comiche finali venivano proiettate dopo il film, il cinegiornale prima; ultima delle mille violenze già subite prima, all’esterno del cinema.

I CLASSICI

TOTO’

C. CHAPLIN IL PIU’ GRANDE DI TUTTI

ALTRI GRANDI COMICI

ANCHE OGGI LE COMICHE SONO PROPRIO PIU’ COMICHE DI IERI

QUANDO LE COMICHE DIVENGONO REALTA’

COMICHE E COMICI DI PUGLIA

DULCIS IN FUNDO ====> C L I C C A R E


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