CREAZIONE

E COSI’ IL TUTTO EBBE INIZIO

tema di italiano per le scuole superiori che descrive la bellezza della natura

ED IL MONDO FU UN BELLISSIMO REGALO PER NOI AMMIRIAMOLO

Uno degli attributi fondamentali di Dio in relazione all’uomo e al mondo è quello di «creatore». Dio è creatore non solo dell’uomo, ma di tutte le cose: l’universo è la sua opera. Questo è, per il credente, oggetto primario di fede: «Per fede intendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio» (Eb 11:3). Tuttavia, secondo la Bibbia, la natura e la ragione offrono ampi indizi della loro origine (e della grandezza del Dio creatore) a chi si accosta a esse con animo disponibile e senza pregiudizi. Il racconto della creazione della terra e dell’uomo trova posto nelle prime pagine della Scrittura (cfr. Genesi capitoli 1 e 2), pur con il linguaggio del tempo e in una cornice pedagogica. La narrazione della Genesi e il quadro complessivo del messaggio biblico sono in evidente e insanabile antitesi con l’evoluzionismo, un’ideologia che, comunque adattata, contrasta con alcune verità bibliche essenziali. Il genere umano è stato fatto da Dio «amministratore» e «guardiano» della creazione: l’attuale situazione di irrefrenabile degrado del nostro pianeta mostra quanto l’uomo abbia tradito questo suo elevato compito.

            VI PRESENTO IL BELLISSIMO FILM GENESI  

DI ERMANNO OLMI CON LE STUPENDE MUSICHE DI ENNIO MORRICONE
https://www.raiplay.it/…/Genesi-Creazione-e-Diluvio-32381f8…

Il film di Olmi comincia, nel buio e in un silenzio, interrotto da un fruscio di vento e poi da qualcosa come uno stropiccío di materia e da una voce di bambino: «Ho paura!»; e una voce di donna: «Sono qui vicino a te; non devi aver paura!»; e il bimbo: «Perché è buio?».

Finalmente spunta qualche accenno di luce su qualcosa che ci accorgeremo essere una tenda mossa come onda da aliti di vento e riusciremo a distinguere il profilo di un vecchio. Siamo dunque in una tenda di pastori berberi,­ con una storia che comincia con un bambino che ha paura del buio e che vuol sapere perché c’è il buio.

È un inizio tenero e patetico, che nella mente dell’autore — ma lo sappiamo dalle sue dichiarazioni, non dalla narrazione filmica — allude alla narrazione della Bibbia che «mia nonna raccontava come una favola, alternandola a Cap­puc­cetto Rosso. (…) Credo che, in fondo, anche il Padreterno abbia detto “E sia la luce” perché lui stesso aveva paura del buio.” («Panorama» cit.)

E cosí, infatti, si sviluppa il film. È quindi la storia di una famiglia di pastori berberi, dove il nonno racconta al bimbo e alla sua famiglia la Bibbia.

Ma in questo racconto si inseriscono delle immagini — allusive, piú che illustrative — del racconto biblico che il nonno sta facendo. Sono immagini generalmente stupende e delicatissime, soprattutto quelle che si riferiscono alla creazione della natura e dell’uomo maschio e femmina, visti nella tenerezza del loro rapporto concreatore.

Ma le immagini del racconto di base (una famiglia di pastori nomadi) e quelle allusive alla Bibbia sovente si mescolano fra loro, sí che, da una parte, non se ne coglie la funzione narrativa e, dall’altra, non coincidendo sempre con le parole della Bibbia, non si capisce il vero e proprio discorso che sono chiamate a fare.

Quando il racconto biblico si fa piú narrativo con la storia di Caino che uccide Abele e i discendenti di Set che si danno all’industria del ferro, le immagini allusive si fanno piú frequenti e, a spizzichi, anche narrative. Quando poi si arriva all’arca di Noè e al diluvio, il vecchio berbero narratore diviene Noè che costruisce l’arca e la amministra secondo gli ordini di Dio.


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