NOTIZIE DI GIORNATA

 

 

MARTEDI 10 MARZO 2015

Lombardia.

L’assoluzione diventa definitiva. L’ex premier era imputato di concussione per induzione e prostituzione minorile. Condannato in primo grado a 7 anni, era stato assolto in appello.

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La procura di appartenenza alla sinistra magistratura democratica, teme che non esistendo prove per condannare Berlusconi sia dichiarato innocente. Quindi ricorrono a metodi violenti dicendo cose assurde mai provate dalla Corte d’appello di Milano dove Berlusconi è stato assolto, vogliono forzare la mano ai giudici di Cassazione con illazioni- di questo procuratore utilizzato da poteri forti. Questa volta vogliono ammazzare Berlusconi, sanno che la sentenza del vile giudice Esposito verrà annullata dal Tribunale dei diritti dell’uomo e vogliono incastralo con fatti mai esistiti Se , la Cassazione non concede una giusta sentenza non si potrà più credere nella magistratura.

Cassazione, la Procura scatenata: “Berlusconi è colpevole, serve un nuovo processo”
Il pg ha chiesto ai giudici di annullare interamente la sentenza che nel luglio scorso assolse Berlusconi con formula piena nel processo d’appello per il caso Ruby
Peggio di così per il Cavaliere non poteva cominciare: il procuratore generale della Cassazione Edoardo Scardaccione ha chiesto ai giudici della Sesta sezione di annullare interamente la sentenza che nel luglio scorso assolse Silvio Berlusconi con formula piena nel processo d’appello per il caso Ruby.

Secondo Scardaccione, Berlusconi è colpevole sia del reato di concussione ai danni del capo di gabinetto della questura di Milano, Piero Ostuni, sia del reato di utilizzo della prostituzione minorile, per i suoi rapporti con Ruby. Pertanto Scardaccione ha chiesto che gli atti tornino a Milano e che l’ex premier venga nuovamente processato per entrambi i reati, per i quali in primo grado era stato condannato a sette anni di carcere. Ma nel loro intervento i difensori di Berlusconi hanno lavorato ai fianchi la richiesta della procura generale, spiegando come – depurata dalle asprezze verbali – nella richiesta di un nuovo processo non ci siano elementi concreti sufficienti a dimostrare la colpevolezza dell’imputato per nessuno dei capi d’accusa che gli vengono contestati.
Nel suo intervento, Scardaccione ha avuto parole pesanti nei confronti della linea difensiva seguita da Berlusconi durante tutta la vicenda. “L’episodio nel quale Silvio Berlusconi racconta che Ruby è la nipote di Mubarak è degno di un film di Mel Brooks e tutto il mondo ci ha riso dietro”, ha sostenuto.
Ma sul dettaglio cruciale, quello della consapevolezza della minore età di Ruby da parte di Berlusconi, si è attaccato ad un appiglio che non è apparso particolarmente solido: secondo il pg Berlusconi sapeva che Ruby aveva 17 anni non solo perché glielo avesse detto Emilio Fede, come avevano sostenuto i giudici di primo grado, ma perché chiese alla polizia di affidare la ragazza alla Minetti. “E l’affido – ha commentato il pg – si chiede solo per i minorenni”. Peccato che l’essenziale non è cosa sapesse Berlusconi nel maggio 2010, quando Ruby venne fermata, ma cosa sapesse tre mesi prima, in febbraio, quando la ragazza venne portata ad Arcore. E su questo non c’è altro che la “prova logica” di Fede, già dichiarata inconsistente in due processi d’appello. Ma per Scardaccione non cambia niente: “Non è credibile” che solo Silvio Berlusconi non sapesse della minore età di Ruby “quando tutto il suo entourage ne era al corrente”. E il magistrato cita, forzandole un po’, le parole di Veronica, l’ex moglie di Berlusconi: “Quella per le minori era una passione del drago”.
Ma poi la parola è andata a Franco Coppi, legale di fiducia del Cavaliere. «La sentenza della Corte d’Appello ammette che ad Arcore avvenivano fatti di prostituzione con compensi, cosa che non contestiamo nemmeno noi difensori, ma manca, in fatto, la prova che Berlusconi prima del 27 maggio sapesse che Ruby era minorenne», ha detto l’avvocato. E ha ricordato come l’affidamento di minori a persone estranee al loro nucleo familiare fosse prassi costante della questura milanese, documentata in decine di casi. L’intervento dell’allora premier, insomma, non avrebbe fatto altro che accelerare un rilascio che era pienamente rispettoso delle regole.

11.07.2011
Siamo arrivati a questo:
Cosa ne pensano il Sig VENDOLA ed i suoi Seguaci ? ?

Non mi è mai capitato ed è tanto più strano perché di polemiche e di scontri, anche nelle piazze, ne ho avuti molti. Ma, durante la presentazione di un libro, il Viaggio sentimentale nell’Italia dei desideri, parlando delle bellezze di Puglia ed esaltando luoghi mirabilmente conservati come Ostuni, Martina Franca, la stessa Polignano a Mare dove ero ospite quella sera, tutte località dove, prima di ogni altra parte d’Italia, si è affermato un turismo non balneare ma culturale, non potevo certo immaginare di essere aggredito per avere difeso la Puglia da speculazioni, devastazioni del paesaggio e dimostrati interessi della criminalità organizzata.

Infatti, non appena sono passato dal racconto e dell’illustrazione delle bellezze artistiche all’esaltazione del paesaggio aggredito e letteralmente stuprato dagli impianti eolici e fotovoltaici sono arrivate aspre contestazioni, fischi e insulti da una parte del pubblico, visibilmente politicizzato. I danni irreparabili al paesaggio sono stati denunciati da associazioni come Italia nostra e da uomini di pensiero e scienziati come Umberto Veronesi, Carlo Rubbia, Mario Pirani, Valéry Giscard d’Estaing e perfino l’amministratore delegato dell’Eni Scaroni e il ministro Tremonti.

. . . Valéry Giscard d’Estaing, che ha dichiarato: «Guardando dalla finestra del Tgv che ci portava da Tours a Parigi sono rimasto inorridito dal paesaggio della Beauce, cara a Péguy e a Marcel Proust afflitto da una foresta di bianchi pali eolici che giravano con il vento» . . .

La Beauce, le grenier à blé de la France.
La terre et le ciel, noyés dans un même infini. Des champs de blé à perte de vue. La cathédrale de Chartre dressée comme une sentinelle. Aux portes de Paris, la Beauce demeure immobile, figée dans le temps. Seule la fuite d’un troupeau de chevreuils, la course de quelques perdreaux au milieu des chaumes semblent pouvoir troubler sa quiétude. Pourtant, en un siècle, l’agriculture beauceronne a connu plus de bouleversement que dans tout le millénaire précédent. Et le blé qui pousse aujourd’hui sur ces terres fertiles n’a plus rien de commun avec celui que cultivaient nos arrières grands parents. Le regroupement des parcelles et la mécanisation ont complètement modifié cette région dont les frontières donnent l’impression de vouloir se confondre avec l’horizon, bien que les géographes en aient dressés les limites très précises.


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