REINCARNAZIONE E KARMA

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CHE NE DITE ESISTE L’ANIMA ?

Deaths and Births – The Tapestry of Beelzebub's Tales, G.I. Gurdjieff ...

NOI CI REINCARNIAMO A GRUPPI E POI CI RITROVIAMO
Per le Fisica dei Quanti la coscienza di ogni individuo appartiene ad una ben più ampia Coscienza, definita Universale. Quest’ultima sarebbe l’insieme di tutte le coscienze di ogni elemento animato. Lo psicologo Carl Gustav Jung, già alcuni decenni fa, aveva ben inteso ed esplicitato che ogni singola persona appartiene ad un Tutto, qualcosa di immenso, che lui chiamò Sé Collettivo: ovvero un insieme di consapevolezze individuali che appartengono e formano tutte assieme una Coscienza Collettiva unica. Assieme al fisico Pauli Jung si dedicò anche allo studio della sincronicità degli eventi che quasi sempre avvengono in corrispondenza ad un preciso pensiero. Giusto per capirci, provate a ricordare a quante volte avete pensato a qualcuno e nel giro di pochissimo tempo costui vi ha chiamato oppure l’avete incontrato? E magari avete anche pensato: “ma guarda che coincidenza!!!”… oppure: “si parla del diavolo e ne spuntano le corna!!!”. Ebbene, tali coincidenze non sarebbero per nulla casuali. Tutto avviene secondo uno schema che sarebbe legato ad un progetto prestabilito, non casuale. La cosa suscita ed ha suscitato molto interesse, anche per gli studi che fanno riferimento alla scienza dell’Anima. Attraverso l’Ipnosi Regressiva, metodologia terapeutica che anch’io utilizzo, molti importanti autori, tra cui Weiss, Stevenson, Moody ecc…, hanno testimoniato e documentato che esiste una vita oltre la morte. L’Anima di ognuno di noi sarebbe unita a quella di tutti gli altri, al punto che l’insieme delle anime formerebbe un’Anima sola. E per Weiss quell’Anima sola è l’Amore. Tutto è amore. Se le anime sono tutte collegate, allora possiamo pensare che siano costantemente in relazione le une con le altre? E se è vero che sono in relazione costante, possiamo anche ipotizzare che condividano le stesse esperienze? Ebbene, per la Fisica dei Quanti il caso non esiste, pertanto dobbiamo pensare che ogni cosa che avviene è legata ad una precisa ragione e che tale ragione non è casuale, appunto! Per fare le stesse esperienze, allo scopo di migliorarci di vita in vita (secondo il principio della reincarnazione – Induismo, Buddismo-), noi ci reincarniamo a gruppi e ci rincontriamo. Ci ritroviamo di vita in vita per purificare la nostra anima in virtù delle vite successive, sino all’ultima vita che è quella che presupporrebbe che la nostra anima è pura e che pertanto non deve più reincarnarsi. Se ci reincarniamo a gruppi, significa che ci siamo già trovati e che ci ritroveremo ancora; quando il “corpo fisico” se ne va, ma l’anima o la coscienza torna in altro corpo. A volte ci riconosciamo, o almeno siamo consapevoli, inconsciamente, di esserci ritrovati. Per fare un altro esempio, quante volte abbiamo incontrato qualcuno e da subito ci ha dato l’idea di essere familiare? Magari ci siamo detti: “è come se lo conoscessi da sempre, da una vita!!!”. Non vi è mai capitato? Ebbene, quel sempre forse è proprio un sempre. Quelle persone, sebbene con altre caratteristiche somatiche, le abbiamo già conosciute, come loro hanno già conosciuto noi. La loro coscienza e la nostra coscienza erano già da tempo in relazione, la loro anima e la nostra idem (sarebbero la stessa cosa). Ritrovarci significa che abbiamo l’opportunità di migliorare il nostro comportamento e il nostro atteggiamento nei riguardi di quelle stesse persone, allo scopo di migliorarci. La nostra vita è una prova .Questa vita come le precedenti o le future. Quindi non stupiamoci se anche il nostro peggior nemico, oggi, lo abbiamo già conosciuto e lo rincontreremo. Molti di noi ne farebbero a meno, senz’altro. Ma è probabile che sarà così. I destini, in questo caso si incrociano e si incroceranno sino all’ultima vita. Un carnefice avrà un preciso karma, che sarà l’opposto di quello della sua vittima. In altre parole sia l’uno che l’altro quell’esperienza la dovevano fare! Questo suscita molta rabbia, ma il senso è e potrebbe essere esattamente quello… Se ci miglioriamo in questa vita, se consapevolmente impariamo dalle esperienze a migliorarci, ad essere più umili, allora la prossima vita sarà più serena. Quella esperienza, piuttosto che quell’altra, saranno più blande, meno penalizzanti. La legge del Karma sostiene che noi beneficiamo del libero arbitrio e pertanto possiamo decidere che orientamento dare al nostro destino, al futuro della nostra anima, della nostra coscienza. Se le cose stanno così, sarà meglio riflettere su come e cosa facciamo con e per gli altri, a come ci muoviamo ed a come comportarci in questa vita, guardando avanti…
Dott. Michele Guandalini
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A ciascuno di Voi è riservata una Persona Speciale.
A volte ve ne vengono riservate due o tre, anche quattro.
Possono appartenere a generazioni diverse.
Per ricongiungersi con Voi, viaggiano attraverso gli oceani del tempo e gli spazi siderali.
Vengono d’altrove, dal Cielo.
Possono assumere diverse sembianze, ma il Vostro Cuore le riconosce.
Il Vostro Cuore le ha già accolte come parte di sé in altri luoghi e tempi,
sotto il plenilunio dei deserti d’Egitto o
nelle antiche pianure della Mongolia.
Deserto di so.Lanzarote.
Avete cavalcato insieme negli eserciti di
condottieri dimenticati dalla storia,
Adrianopoli, il 9 agosto 378 d.C.
avete vissuto insieme nelle grotte
ricoperte di sabbia dei nostri antenati
Tra Voi c’è un legame che attraversa i Tempi dei Tempi
LE RAGIONI DELLA REINCARNAZIONE

Per reincarnazione si intende la rinascita dell’Anima o dello Spirito di un individuo,

in un altro corpo fisico, trascorso un certo intervallo di tempo dopo la sua morte terrena.

Il termine reincarnazione è considerato sinonimo di

METEMPSICOSI

ed è riferito in particolare al mondo culturale e religioso orientale e a movimenti

SPIRITISTI

che descrivono una trasmigrazione in altri corpi, anche vegetali, animali o minerali sino a quando l’anima non si sia liberata completamente dalla materialità.

Tu sei l’autista eterno che guida l’auto, non sei ne la carrozzeria e la componentistica meccanica (il corpo), ne l’elettricità (l’anima).
Tu entri in una macchina (incarnazione) la usi e poi, quando è logora, la abbandoni per prenderne una nuova (morte e reincarnazione).
In questo processo ti porti via l’elettricità che serve per attivare la meccanica della nuova auto.
Se te ne mancasse un pezzo, una parte del tuo corpo morirebbe non essendo alimentata e il processo ti porterebbe alla morte.
Gli handicap sono distorsioni dell’anima causati dal nostro cattivo agire che nell’incarnazione si riflettono nel corpo o sofferenze cristiche che hai scelto per purificare il mondo e dare luce.
Hai scelto tu di incarnarti o, perlomeno, lo hai dovuto fare in relazione al karma della tua precedente esistenza o per missione.
A volte rifiuti di svolgere il gravoso compito che ti aspetta ma è solo la paura di affrontare le sofferenze e le difficoltà che questo comporta.
Tu sei lo spirito eterno e divino, il tuo attributo è la divina volontà che se messa in azione secondo le leggi universali, può trasformare la tua intera esistenza, dipende solo da te.
Non cercare giustificazioni esterne ad un problema primariamente spirituale che è solo tuo.
Ci sono tante persone bellissime nel mondo e tanto bene che si può fare.
Tu cerchi qualcuno che ti ami invece di essere tu a dare Amore, tu cerchi qualcuno che ti disseti invece di essere tu a cercare qualcuno da dissetare ecc.
Cioè scegli di non agire focalizzando l’attenzione su te stesso invece che sugli altri.
Ama e sarai amato, fai del bene e starai bene, lotta contro il male e troverai guerrieri che ti affiancheranno.
La causa dei nostri mali sta in noi non fuori di noi e questo ci da il divino potere, se lo vogliamo esercitare, di trasformare completamente la nostra esistenza.
Se non lo faremo noi, non lo farà nessuno.
Coloro che soffrono ingiustamente sono già salvi e le dimore di Luce li accoglieranno per sanare le loro sofferenze, mentre le dimore di tenebra accoglieranno chi le ha causate.

karma e’ un termine usato generalmente tra gli indiani e gli occidentali che credono nella  

Reincarnazione e il suo significato può assumere molte sfumature sia per quanto riguarda la definizione che l’interpretazione. È importante per chi studia la Reincarnazione, perché la dottrina del Karma procede parallelamente a quella della metempsicosi. Il Karma è la legge di causa e di effetto applicata alla vita della psiche, legge secondo la quale si raccoglie il frutto di ciò che si è seminato o si subiscono le reazioni delle proprie azioni. Per la maggior parte dei reincarnazionisti, il Karma ha un significato più ampio e il termine è usato nel senso di legge di giustizia. Molte eminenti personalità della materia, sostengono che secondo il concetto d’origine, il Karma è una legge naturale operante in modo esatto come quelle matematiche e chimiche. Opera nel bene  e nel male nella ricompensa e nella punizione per la moralità e l’immoralità, e agisce come una grande forza naturale per tutti i problemi concernenti la condotta dell’uomo.
Per coloro che aderiscono a tale concezione, il Karma è simile alla legge di gravitazione che, come ogni altra legge naturale, non mostra riguardi per persone, e non fa morale, o questione di bene o di male. Da questo punto di vista, l’effetto di un’azione potrà essere bene o male solo se questa azione contribuisce al proprio bene o a quello dell’umanità, al proprio male o al male dell’umanità. Ad esempio, se un bambino mette una mano su una stufa accesa, questo è male perché arreca dolore per quanto non sia né morale né immorale.
Secondo questa concezione non può esistere ricompensa né punizione nell’uso comune del termine, seppure in altro senso vi sia ricompensa per una buona azione e punizione per l’azione cattiva. Antiche scuole reincarnazionistiche, accettavano il Karma come legge determinante. Infatti il carattere a seguito dell’impulso di più forti desideri, attrae le anime verso la rinascita in un ambiente che offrirà loro le maggiori opportunità di manifestare quei desideri nell’azione, sottoponendole alle gioie e alle pene da queste derivanti, e sviluppando così un più complesso carattere, creatore e generatore di un nuovo Karma. Coloro che accettano questa concezione, pensano che in questo modo l’anima 
apprenda le proprie lezioni, soffrendo pene che serviranno a portarla al sentiero della salute, e a distoglierla dalla via dei desideri e dei piaceri materiali. In altre parole, l’anima, nella sua infanzia spirituale, sarebbe simile a un bambino che impara certe cose dall’esperienza. Si accompagna a questa interpretazione la teoria secondo cui l’etica dimostrerebbe che tutto ciò che tende all’avanzamento dell’anima è bene e ciò che lo ritarda è male, nonostante qualsiasi eterogenea norma arbitraria che stabilisca ciò che è bene e ciò che è male.
Ma subito, specie gli indiani, ampliarono questa idea originale del Karma, e i sacerdoti dell’India cominciarono a considerare che il Karma operasse come un grande dispensatore di ricompense per il bene, e punizioni per il male. Così i preti indù corrispondentemente alle punizioni e alle ricompense del mondo cristiano, inculcavano nei peccatori il terrore per il Karma, spingendo i buoni, nel desiderio della ricompensa a compiere azioni rispondenti all’etica che predicava quella dottrina. Lo stato futuro dell’uomo, si insegnava, nella futura incarnazione o in molte altre, dipende dalla sua bontà secondo le leggi di quella determinata Chiesa, e l’effetto di questo insegnamento è palese tra le masse indiane poco colte, e molto desiderose di acquistare merito compiendo buone azioni come elargire elemosine ai mendicanti, fare offerte ai templi, ecc… Mentre tutto questo può avere l’effetto di indirizzare le masse ignoranti sulla via che contribuisce al bene di tutti, tende però anche ad alimentare la supertizione
e l’imposizione. C’è una rassomiglianza intima tra le dottrine di tutte le religioni, e molti sono coloro che ritengono che questa sorta di «frusta teologica» sia necessaria per far procedere la massa nella stretta via della moralità, dal momento che non sarebbero capaci di praticare il bene per l’amore del bene, né di evitare il male perché è male in se stesso. Non è questo il luogo tuttavia di discutere tale problema. Una delle applicazioni fondamentali della suddetta forma di dottrina karmatica in India, consiste nell’insegnare che la classe cui un uomo apparterrà nella prossima incarnazione dipenderà dal grado di buona condotta nella vita attuale e nelle vite precedenti. Chi non conosce l’importanza della casta in India, non è in grado di comprendere quale leva potente sia sugli Indiani questo insegnamento. Dalla casta suprema dei Bramini, quella sacerdotale, fino a quella dei Sudra o contadini o più in basso ancora dei Paria o fuori casta, queste divisioni fra gli uomini sono nettamente delineate, e si evitano persino da parte degli esponenti della casta superiore, i minimi contatti con quelli di caste inferiori.
Compreso questo, sarà chiaro che un Indiano appartenente a una casta superiore cercherà con tutte le forze di evitare atti che potrebbero degradarlo, e come anche un Indiano di bassa casta, sia fortemente portato a cercare di rinascere dopo molte vite in una casta superiore. Da questo punto di vista, nascere in una casta bassa è segno di delitti o di cattive azioni compiute in un’esistenza anteriore e quindi diventa una questione etico religiosa. Quindi, senza dubbio, nell’occidente i reincarnazionisti sono stati molto più influenzati delle concezioni ortodosse indiane del Karma, che non da quelle greche e occultiste in genere. Per quanto molti, infatti, reputino il Karma più che altro come un artefice del carattere e solo secondariamente un elemento essenziale di rinascita, pure un discreto numero di esponenti di questa filosofia rifiutandosi di accettare il «diavolo» ortodosso della loro fede precedente, ne trovano una degna sostituzione nella particolare concezione del Karma.

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